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La #CostituzioneDelleDonne Articolo 9: La Repubblica promuove anche la cultura e la ricerca delle donne?

di Giovanna Badalassi | 5 Maggio 2019

Artciolo 9 della Costituzione: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

L’articolo 9, come tutti gli articoli più importanti della Costituzione, è brevissimo, al punto che potrebbe stare in un tweet: 134 caratteri per dire che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

I commentatori più autorevoli della Costituzione considerano questo articolo importantissimo per l’Italia, in quanto lo si ritiene responsabile del “dialogo tra passato e futuro, fondato sulla cultura, che ci permette di vivere la complessità del presente; ed è premessa e condizione della nostra dignità”. Il primo comma riguarda infatti il futuro, in quanto impegna la Repubblica a promuovere cultura e ricerca, il secondo comma si rivolge invece passato e alla conservazione della memoria insita nel paesaggio e nel patrimonio artistico.

E’ anche l’articolo che più di tutti gli altri definisce la nostra identità nazionale, trovando nella cultura il punto di equilibrio tra la tutela della bellezza grandiosa che abbiamo ereditato e l’aspirazione a rimanerne all’altezza. E’ talmente tanto “nostro”, questo articolo, che non trova corrispondenza in nessuna altra costituzione di paese occidentale.

Che ruolo hanno le donne in questo Articolo? Viene in mente una parola che può legare tutto: “patrimonio”. Il patrimonio culturale, scientifico, paesaggistico, storico, artistico.

Una parola che rivela tutta la verità del ruolo che le donne hanno avuto nella storia della cultura dell’Italia, e cioè piuttosto marginale.  Il patrimonio ha infatti in sé la radice “pater”, e letteralmente significa il legame del padre, che è tenuto quindi alla “cura delle cose”. Un pilastro della storia dell’organizzazione sociale al quale fa da contraltare il matrimonio, il legame della madre, tenuta invece alla cura delle “persone”.

Ecco, il patrimonio al quale fa riferimento la nostra Costituzione pare riguardare la più alta forma della cura maschile che si esprime nella bellezza artistica, paesaggistica, culturale ecc.

Se parliamo quindi di patrimonio culturale e di arte nel senso più profondo del termine di “adattare, fare, produrre” parliamo soprattutto di mani maschili che hanno scritto, dipinto, suonato, costruito cattedrali, chiese, monumenti, statue, ma anche che hanno ridisegnato il nostro paesaggio, bonificato, piantato, accudito terre e coltivazioni, tramandandoci un paese davvero unico sotto ogni punto di vista. 

Certo, oggi si sta facendo molto per recuperare la memoria delle artiste e scienziate del nostro passato, in antico concentrate soprattutto tra le suore dei conventi e le figlie della nobiltà, ma certo il ritardo con il quale le donne hanno avuto accesso all’istruzione ha condizionato parecchio le loro potenzialità espressive per parecchi secoli. Basti ricordare che arrivò  “soltanto nel 1874 l’accesso delle donne ai licei e alle università, anche se in realtà continuarono ad essere respinte le iscrizioni femminili. Ventisei anni dopo, nel 1900, risultavano comunque iscritte all’università in Italia 250 donne, 287 ai licei, 267 alle scuole di magistero superiore, 1178 ai ginnasi e quasi 10.000 alle scuole professionali e commerciali

Viene quindi da chiedersi: quale cultura femminile si può riscoprire rispetto alla memoria culturale e artistica del passato,

oltre alle poche eccellenze individuali, se non attraverso quella cultura prodotta dagli uomini che le donne le hanno, certo, dipinte, raccontate, scolpite, ma sempre come soggetti (oggetti?) della loro visione?

A parte le pioniere dell’arte e della scienza, la cultura delle donne è stata infatti, fino all’emancipazione femminile dell’era moderna, una cultura soprattutto chiusa dentro al matrimonio, trovando magari forme d’arte “domestica” importanti (pensiamo ai ricami, ai tessuti preziosi) o modi “casalinghi” di essere scienziate (pensiamo al ruolo delle donne nell’erboristeria medievale).

Ma la cultura delle donne nella storia è stata soprattutto “umana”, centrata sulle persone, più che alle cose. Una cultura femminile che ha forgiato il modo “Italiano” con il quale ci comportiamo: come crescere figli e accudire anziani, gestire famiglie, relazioni, rapporti, emozioni, comportamenti. Anche questa è un tipo di cultura che definisce, e non poco, la nostra identità, che però è stata tramandata di madre in figlia, senza trovare spazio sui libri, giacché si esprime soprattutto attraverso il comportamento.

Venendo all’oggi, le donne, negli anni che hanno seguito la Costituzione e grazie all’emancipazione femminile e all’ingresso in massa nell’istruzione alta, stanno recuperando il ritardo storico

dal quale sono partite, al punto da essere quasi più loro degli uomini a occuparsi di tramandare il nostro patrimonio culturale alle nuove generazioni: secondo i dati Miur le donne sono infatti la maggioranza dei laureati italiani (57,2%), soprattutto nell’area umanistica (79,4%), sono il 51,8% dei dottori di ricerca all’università, 4 docenti su 5 in Italia sono donne, tra le professioni del restauro il rapporto tra donne e uomini è di 9:1.

Rispetto al futuro della cultura e ricerca tecnica e scientifica, invece, le donne devono compiere ancora molta strada.

Ancora troppo poche sono le donne scrittrici (40%), musiciste (8,7% le cantanti interpreti), scienziate (39,3% le laureate nell’area scientifica), soprattutto mano a mano che si salgono gli scalini del potere:  solo il 23% dei professori ordinari, ad esempio, sono donne.

Certamente, quindi, anche in questo ambito la Repubblica si deve attivare in modo specifico per promuovere la cultura e la ricerca delle donne, riconoscendone il nuovo ruolo sociale che si stanno conquistando in questi anni così difficili.

A cominciare dall’impegno culturale più importante di tutti: quella lotta contro il cambiamento climatico, che sta facendo emergere un protagonismo femminile sempre più attento, partecipe e determinato.


Il progetto La #Costituzionedelledonne: Che cosa rappresenta oggi per noi donne la Costituzione? Quanto ci sentiamo rappresentate, capite e considerate? Un articolo al giorno, per tutto il mese di maggio, perchè la Festa della Repubblica sia davvero per tutte e tutti.

Puoi leggere gli altri Articoli della #CostituzioneDelleDonne qui:

1 maggio 2019: La #CostituzioneDelleDonne, oggi

1 maggio 2019: Articolo 1: Ma l’Italia è una Repubblica fondata anche sul lavoro delle donne?”

2 maggio 2019 Articolo 2: “Quali sono i diritti inviolabili delle donne?”

3 maggio 2019 Articolo 3: “Anche le donne sono uguali di fronte alla legge?”

4 maggio 2019 Articolo 4: “Anche le donne hanno il diritto-dovere di lavorare?

5 maggio 2019 Articolo 9:  “La Repubblica promuove anche la cultura e la ricerca delle donne?”

6 maggio 2019 Articolo 10: “Il diritto di asilo delle donne straniere è diverso?”

7 maggio 2019 Articolo 11: “Che c’entrano le donne con la guerra?”

8 maggio 2019 Articolo 14: “L’inviolabilità del domicilio e la violenza contro le donne”.

9 maggio 2019 Articolo 18: “La libertà di associarsi delle donne”

10 maggio 2019 Articolo 21: “La libertà di parola delle donne”

11 maggio 2019 Articolo 29: “Il ruolo delle donne nel matrimonio e nella famiglia di oggi”

12 maggio 2019 Articolo 30: “Le donne e il diritto-dovere dei genitori di crescere i figli”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

14 maggio 2019 Articolo 32: “Il diritto di cura e di tutela della salute delle donne”

15 maggio 2019 Articolo 33: “Le insegnanti nella scuola e nell’Università”

16 maggio 2019 Articolo 34: “Il diritto allo studio delle donne è diverso?”

17 maggio 2019 Articolo 35: “La Repubblica tutela anche il lavoro delle donne?”

18 maggio 2019 Articolo 36: “La retribuzione delle donne basta per un’esistenza libera e dignitosa?”

19 maggio 2019 Articolo 37: “Nel lavoro le donne hanno gli stessi diritti e retribuzione degli uomini?”

20 maggio 2019 Articolo 38:”Le donne hanno gli stessi diritti previdenziali e assistenziali degli uomini?”

21 maggio 2019 Articolo 39: “Il ruolo delle donne nei sindacati”

22 maggio 2019 Articolo 41: “L’imprenditoria delle donne”

23 maggio 2019 Articolo 42: “La proprietà privata delle donne”

24 maggio 2019 Articolo 45: “Le donne nella cooperazione e nell’artigianato”

25 maggio 2019 Articolo 48: “Le donne elettrici”

26 maggio 2019 Articolo 49: “Le donne nei partiti”

27 maggio 2019 Articolo 51:”Le donne elette”

28 maggio 2019 Articolo 53: “Anche le donne pagano le tasse”

29 maggio 2019 Articolo 55:”Le donne in Parlamento”

30 maggio 2019 Articolo 92:”Le donne nel Governo”

30 maggio 2019 Articolo 83: “Avremo mai una Presidente della Repubblica?”

2 giugno 2019: Festa della Repubblica con la #CostituzioneDelleDonne!