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La #CostituzioneDelleDonne Articolo 11 Che c’entrano le donne con la guerra?

di Federica Gentile | 7 Maggio 2019

Articolo 11 della Costituzione: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

A seguito degli orrori della seconda guerra mondiale e delle bombe di Hiroshima, i padri e le madri costituenti con l’Articolo 11 della Costituzione hanno espresso un netto rifiuto della guerra, stabilendo che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. La Commissione dei 75 inizialmente aveva utilizzato il verbo “rinuncia” invece di “ripudia” tuttavia, la scelta non era piaciuta ad alcuni, perché richiamava un atteggiamento passivo; il verbo “ripudiare” invece costituisce un deciso e rifiuto della guerra, che riguarda in particolare la guerra offensiva, e consente invece la guerra difensiva. Si deve sottolineare, tra l’altro, che si deve l’Articolo 11 della Costituzione alla lungimiranza delle madri costituenti.

L’Articolo 11 della Costituzione inoltre “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo” e di conseguenza permette all’Italia di limitare la propria sovranità per aderire  a organizzazioni quali per esempio le Nazioni Unite e l’Unione Europea, subordinando la sovranità nazionale alla necessità di mantenere la pace e la giustizia tra i popoli. 

Che ruolo hanno le donne nella guerra, poichè da sempre rappresenta lo strumento di risoluzione dei conflitti del sistema patriarcale?

La guerra nasce infatti per una contesa sulla proprietà di beni e di territori, e si risolve con la redistribuzione di questi tra vinti e vincitori. Poiché nel corso della storia soprattutto gli uomini godevano dei diritto di proprietà, ne deriva che la guerra viene tradizionalmente considerata una “cosa da uomini”, in cui le donne, oltre ad esserne vittime, hanno svolto principalmente una funzione di supporto, come  madri e mogli di soldati, come infermiere, e poi più recentemente come soldatesse. Se si guarda infatti alla Resistenza, a cui hanno partecipato circa 70.000 donne, la partecipazione di donne alla lotta armata era rara, e spesso consisteva nell’essere staffette, come ricordato da Annalisa Camilli: “portavano cibo, armi, riviste, materiali di propaganda. Rischiavano la vita, torture e violenze sessuali. Ma non erano armate, quindi non si potevano difendere. Molte donne inoltre hanno avuto ruoli di protezione dei partigiani: li nascondevano, li curavano, portavano loro i viveri nei nascondigli, si preoccupavano della loro sopravvivenza.” Il possesso delle armi e la partecipazione attiva alla guerra da parte delle donne era quindi ancora in qualche modo un tabù, e prevaleva la funzione – fondamentale – di supporto e cura dei partigiani, che veniva comunque vista come una naturale conseguenza della “naturale” propensione delle donne alla cura.

Che impatto ha la guerra sulle donne?

La guerra ha effetti diversi su uomini e donne: per esempio, per le donne la perdita di un marito o di figli adulti può tradursi in una maggiore instabilità economica, e le guerre comportano un maggiore rischio di violenza sessuale. Nell’ambito dei conflitti armati la violenza di genere, ed in particolare contro le donne, non è un “semplice” effetto collaterale ma e’ un crimine di guerra perpetrato deliberatamente – si pensi agli stupri etnici in Bosnia, di cui sono state vittime tra le 50.000 e le 70.000 donne.

Per  questo  motivo è  fondamentale che le operazioni di peacekeeping non solo abbiano un approccio sensibile al genere, ma che includano anche donne peacekeepers. Purtroppo, i numeri di donne coinvolte nelle operazioni di peace keeping restano contenuti: secondo dati UN nel 1993 le donne erano appena l’1% del personale delle operazioni di peacekeeping e nel 2014,  su circa 125,000 peacekeepers, le donne rappresentavano il 3% del personale militare e il 10% del personale di polizia impegnato nella missioni delle Nazioni Unite.  Includere le donne nei processi di peacekeeping è quindi importante per vari motivi, tra i quali l’empowering delle donne nelle comunità in cui operano, per interagire con le donne in società e culture in cui non è ammesso parlare direttamente con gli uomini, e per intervistare le sopravvissute di violenza di genere.

Il progetto La #Costituzionedelledonne: Che cosa rappresenta oggi per noi donne la Costituzione? Quanto ci sentiamo rappresentate, capite e considerate? Un articolo al giorno, per tutto il mese di maggio, perchè la Festa della Repubblica sia davvero per tutte e tutti.

Puoi leggere gli altri Articoli della #CostituzioneDelleDonne qui:

1 maggio 2019: La #CostituzioneDelleDonne, oggi

1 maggio 2019: Articolo 1: Ma l’Italia è una Repubblica fondata anche sul lavoro delle donne?”

2 maggio 2019 Articolo 2: “Quali sono i diritti inviolabili delle donne?”

3 maggio 2019 Articolo 3: “Anche le donne sono uguali di fronte alla legge?”

4 maggio 2019 Articolo 4: “Anche le donne hanno il diritto-dovere di lavorare?

5 maggio 2019 Articolo 9:  “La Repubblica promuove anche la cultura e la ricerca delle donne?”

6 maggio 2019 Articolo 10: “Il diritto di asilo delle donne straniere è diverso?”

7 maggio 2019 Articolo 11: “Che c’entrano le donne con la guerra?”

8 maggio 2019 Articolo 14: “L’inviolabilità del domicilio e la violenza contro le donne”.

9 maggio 2019 Articolo 18: “La libertà di associarsi delle donne”

10 maggio 2019 Articolo 21: “La libertà di parola delle donne”

11 maggio 2019 Articolo 29: “Il ruolo delle donne nel matrimonio e nella famiglia di oggi”

12 maggio 2019 Articolo 30: “Le donne e il diritto-dovere dei genitori di crescere i figli”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

14 maggio 2019 Articolo 32: “Il diritto di cura e di tutela della salute delle donne”

15 maggio 2019 Articolo 33: “Le insegnanti nella scuola e nell’Università”

16 maggio 2019 Articolo 34: “Il diritto allo studio delle donne è diverso?”

17 maggio 2019 Articolo 35: “La Repubblica tutela anche il lavoro delle donne?”

18 maggio 2019 Articolo 36: “La retribuzione delle donne basta per un’esistenza libera e dignitosa?”

19 maggio 2019 Articolo 37: “Nel lavoro le donne hanno gli stessi diritti e retribuzione degli uomini?”

20 maggio 2019 Articolo 38:”Le donne hanno gli stessi diritti previdenziali e assistenziali degli uomini?”

21 maggio 2019 Articolo 39: “Il ruolo delle donne nei sindacati”

22 maggio 2019 Articolo 41: “L’imprenditoria delle donne”

23 maggio 2019 Articolo 42: “La proprietà privata delle donne”

24 maggio 2019 Articolo 45: “Le donne nella cooperazione e nell’artigianato”

25 maggio 2019 Articolo 48: “Le donne elettrici”

26 maggio 2019 Articolo 49: “Le donne nei partiti”

27 maggio 2019 Articolo 51:”Le donne elette”

28 maggio 2019 Articolo 53: “Anche le donne pagano le tasse”

29 maggio 2019 Articolo 55:”Le donne in Parlamento”

30 maggio 2019 Articolo 92:”Le donne nel Governo”

30 maggio 2019 Articolo 83: “Avremo mai una Presidente della Repubblica?”

2 giugno 2019: Festa della Repubblica con la #CostituzioneDelleDonne!