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Come resistere a sessismo e razzismo sul lavoro

di Federica Gentile | 3 Ottobre 2019

Un uomo e donna di colore lavorano a un computer.
Photo by NESA by Makers on Unsplash

Vi ricordate di quando abbiamo parlato di discriminazione delle donne sul lavoro usando un gomitolo di lana?  Bei tempi, ma ora passiamo ai boomerang.

Cominciamo dal fatto che la discriminazione delle donne sul lavoro è una triste realtà: segregazione orizzontale, verticale, mobbing e molestie sessuali non rendono il posto di lavoro una passeggiata di salute per  molte donne, in tutto il mondo.

E se si aggiunge al genere la dimensione della razza, le cose peggiorano. Recentemente, una donna di colore i cui colleghi toccavano continuamente i capelli in quanto “diversi” si è rivolta a Marie Dasylva, che le ha consigliato di usare la strategia dello shit boomerang (shit=cacca). Nome sicuramente non elegantissimo, ma piuttosto efficace per contrastare la discriminazione delle donne sul lavoro.

Sei una donna di colore ed il/la collega ti tocca i capelli? E tu come un boomerang, toccaglieli a tua volta, magari capisce che non si deve fare.

(Parentesi: non si invade lo spazio altrui, ma in particolare per le donne di colore, che spesso hanno capelli crespi, esiste una lunga storia di stigma e di discriminazione che riguarda i capelli, e quindi no, non è un gesto innocente).

Marie Dasylva ha fondato a Parigi  con uno/a psicologo/a e un avvocato/a un’agenzia specializzata nella  discriminazione delle donne sul posto di lavoro. L’agenzia di DaSylva, Nkali, offre strategie per sostenere le donne vittime di sessismo e razzismo sul luogo di lavoro: insegnano come reagire con stile alle gaffe  (un po’ o molto razziste) di colleghi  e colleghe e a contrastare le molestie sessuali; le donne di colore francesi ne hanno bisogno: infatti secondo le statistiche dell’OIL, il 54 % delle donne di colore in Francia tra i 18 ed i 44 anni di età vengono molestate sul lavoro.   

L’approccio di Dasylva per risolvere conflitti interpersonali nel mondo del lavoro avrebbe la pecca, come osservato nell’articolo, di non cambiare il sistema, ma di concentrarsi appunto su singole persone. Azioni legali avrebbero sicuramente un impatto maggiore, ma Dasylva ha osservato che in alcuni casi le clienti stesse non vogliono fare causa e ci sono altri modi per ottenere giustizia. Le consulenze di  Nkali aiutano le donne a sentirsi meno isolate, e meno in balia di chi le molesta o le tratta male, restituendo loro potere.

La morale: per combattere la discriminazione delle donne sul lavoro anche un boomerang (non di legno) può aiutare.

Fonte: Co-Worker Touching Your Hair? Touch Theirs Back