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Il volo a planare delle surfiste in Sri Lanka

di Giovanna Badalassi | 14 Aprile 2019

Surfiste in Sri Lanka
Members of the Arugam Bay Surf Club. Photo: Courtesy of Maxwell Gifted/SURFER Magazine

Una volta si diceva che tutte le strade portano a Roma. Oggi potremmo dire, mutatis mutandis, che tutte le strade possono portare alla parità. Dopo le motocicliste in Harley Davidson del Marocco, è infatti adesso la volta delle surfiste in Sri Lanka, che hanno messo su il primo club femminile del paese, ben raccontate da un articolo di Ashtyn Douglas su Adventures Sports Network.

Il club ha 17 socie, e, se vi paiono poche, è perché non avete ben inquadrato la situazione di partenza.

Lo Sri Lanka, isola di 21 milioni di abitanti a sud dell’India, infatti, non presenta una condizione femminile esaltante, diciamo.

 Il Global Gender Gap report del 2018 posiziona questo paese alla 100esima posizione su 149 analizzati, mentre il tasso di attività della forza lavoro è del 38,5% per le donne e 78,9% per gli uomini. Le prospettive di vita per le donne dello Sri Lanka sono quindi soprattutto quelle tradizionali della cura familiare.

Il Club delle surfiste è nato dunque in un contesto sociale fortemente patriarcale, grazie al corto circuito prodotto dall’incontro tra due donne di paesi e culture molto diverse.

Una è Shamali Sanjaya, otto anni fa l’unica donna surfista di Arugam Bay grazie agli insegnamenti del fratello, campione nazionale di surf. Una ventenne nata per fare il surf ma riluttante a praticarlo, dato l’ambiente ostile.

L’altra è Tiffany Carothers, una surfista californiana che si trasferisce in Sri Lanka, conosce Shamali e la convince a uscire in mare sempre più spesso.

La cosa non passa inosservata, e Shamali, oltre ad essere presa in giro ogni volta che va in surf, deve affrontare anche l’ostilità della propria famiglia che non è per niente contenta del suo nuovo hobby.

Un giorno Tiffany, da brava americana intraprendente, organizza un evento per promuovere il Surf tra le donne di Arugam Bay. L’iniziativa ha molto successo, con addirittura una trentina di partecipanti e, proprio come nella trama di un film, arrivano a questo punto i cattivi: le autorità locali non sono affatto contente. C’è maretta, è proprio il caso di dirlo, tra i capo-famiglia del luogo.

La tensione sale e si arriva ad un ultimatum: o Tiffany la smette di “aizzare” le donne di Arugam Bay, o se ne deve andare.

Ma la californiana non demorde e organizza con le surfiste le uscite in mare alla chetichella per non farsi notare: il mattino presto, in posti appartati e nascosti, arrivi e partenze separate.

Per due anni fare surf per queste donne è una missione sotto copertura che manco gli agenti segreti della CIA.

Poi, poco per volta, le famiglie e i concittadini capiscono che le surfiste sanno essere anche delle campionesse di conciliazione, e che lo sport non interferisce con le loro responsabilità familiari.

Si arriva così ad oggi, con le famiglie che supportano le surfiste al punto che spesso i loro mariti tengono i figli quando le mogli escono in acqua.

Nel 2018 l’Aragum Bay Surf Club è diventato così il primo club ufficiale di surf per sole donne dello Sri Lanka, con il riconoscimento della Federazione Nazionale.

E non è finita: Tiffany e Shamali stanno ora lavorando perché in futuro si possano dare anche delle prospettive di lavoro alle associate. Potrebbero infatti prendere il brevetto per diventare istruttrici, dare lezioni di surf alle turiste e guadagnarsi così anche un po’ di indipendenza economica.

Certo, non è tutta rosa e fiori, ci sono ancora spesso sfottò e prese in giro anche pesanti per queste balde temerarie, ma, come dire, hanno superato l’onda più alta e adesso è tutto un…volo a planare!