A marzo 2023 il ciclone Freddy ha colpito il Malawi, uccidendo 1.400 persone e distruggendo 1.790 kmq (440.000 acri) di terreni: l’intensità del ciclone ha fatto sì che 659.278 persone abbiano dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Inoltre, molte donne, che in Malawi costituiscono circa il 70% di coloro che vivono grazie alla coltivazione della terra, si sono trovate senza alcun mezzo di sostentamento e quindi hanno fatto ricorso al sex work.
Secondo un’organizzazione locale le donne che si prostituiscono sono quasi triplicate dopo il ciclone Freddy, e anche prostituendosi non sempre riescono ad avere abbastanza denaro per vivere. Il sex work inoltre le espone ad un ulteriore rischio di violenza da parte dei clienti, un rischio che si somma a quello che si verifica a seguito di un disastro naturale: i tassi di violenza domestica possono aumentare per il maggiore stress ed il trauma dovuto alle conseguenze di un disastro naturale, ma aumenta anche il rischio di aggressioni sessuali, soprattutto nel caso in cui si debbano condividere dormitori e spazi comuni. Il fatto che il 65% delle persone sfollate in Malawi siano donne le espone a rischi di violenza nei campi, dove sono stati riportati casi di richiesta di favori sessuali in cambio di aiuti.
Questo è solo un ennesimo esempio di come i disastri naturali abbiano un diverso impatto su uomini le donne: secondo lo studio di Neumayer e Plümper (2007), che ha analizzato le differenze di genere nei disastri naturali in 141 dal 1981 al 2002, i disastri naturali abbassano l’aspettativa di vita delle donne più di quella degli uomini, e donne e bambini/e hanno una probabilità fino a 14 volte maggiore di quella degli uomini di morire in un disastro naturale. La povertà, in paesi che già non sono economicamente avanzati, peggiora la situazione, soprattutto nel cao in cui muoiano durante il disastro gli uomini, che di solito sono i principali breadwinnwers in una famiglia.
È necessario quindi che la lotta alla crisi climatica prenda in considerazione il diverso ruolo di donne e uomini nella società per avviare politiche che proteggano coloro che sono più vulnerabili ai disastri ambientali come le donne, le persone povere e le persone disabili.
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