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IL GOVERNO DEI FLINTSTONES

di Giovanna Badalassi | 30 Novembre 2018

“Wilma dammi la clavaaaa!!!” E’ questa la visione fulminante che le mie sinapsi, evidentemente malate, hanno prodotto alla vista di questa notizia:
“..Patria, prole e terra. Fai un figlio in più (il terzo) e lo Stato ti concede gratis un terreno da coltivare per i prossimi vent’anni. È una delle misure previste dalla bozza della manovra per favorire la crescita demografica. E se compri casa in zona il mutuo avrà tasso zero..”

Ebbene si. Non paghi dei diversi segnali di ritorno allo stadio primordiale di molteplici dichiarazioni/iniziative/attività dell’attuale governo, tipo l’indissolubilità del matrimonio, l’impedimento dell’aborto “ad ogni costo”, il decreto Pillon, e chissà cos’altro mi sto dimenticando, ecco un’altra perla.
Quindi:
Popolo! Se fate un terzo figlio sarete premiati. Lo Stato vi concederà “aggratis” per ben 20 anni un terreno abbandonato che potrete coltivare, si suppone a questo punto con l’infante numero tre legato sulla schiena e il numero uno e due a razzolare a bordo campo con le proprie zappettine. Ma lo Stato ha voluto esagerare. Potrete anche fare un mutuo a tasso zero fino a 200.000 euro per una casa di campagna adiacente alla terra, più altri ricchi premi e cotillons.

Beh? Cosa potevate sperare di più? Wilma e Fred, state mica già correndo nella caverna per meritarvi il lauto premio?

Vi confesso che la lettura della notizia mi ha procurato quel senso di ilarità disperata, tipo l’orchestra a bordo del Titanic. A futura memoria, in un sussulto di sopravvivenza della ragione, nella speranza, probabilmente vana, di un qualsiasi bagliore di lucidità, buttiamo nel mare del web questo messaggio in bottiglia, sai mai:

  • Non c’è in giro tutta questa voglia di tornare a lavorare la terra, che è bassa, faticosa e ingrata. Non mi credete? Date la terra da coltivare come condizione per avere il reddito di cittadinanza. Vedrete il botto di richieste. Offrirla pure “in premio” per un terzo figlio….andiamo..
  • Se anche ci fosse tutta questa passione collettiva per la campagna, basta farsi un giro fuori porta la domenica e parlare con chiunque abiti nei paesini, magari dell’Appennino o del Meridione: i proprietari di terreni e case abbandonate annesse ti danno già tutto gratuitamente, pur di trovare qualcuno che tenga in ordine la proprietà, non c’è bisogno di fare un terzo figlio apposta.
  • Fare l’imprenditore/trice agricolo è maledettamente difficile, ci vogliono capacità e competenza che non hanno nessun collegamento con la decisione di fare figli, e le due cose non si possono influenzare a vicenda. Coltivare la terra, inoltre, rende pochissimo e non bastano certo i benefici e incentivi iniziali che quando sono finiti poi te l’arrangi.
  • Se si pensa invece ad un modello di coltivazione tipo autoconsumo, abbinato ad altri redditi da lavoro, si immagina del solo uomo, a questo punto, beh, vi svelo una notizia clamorosa, l’orto da weekend, fatti i conti, produce polpettoni e passata di pomodoro in quantità sufficienti solo per mangiate stagionali con gli amici. E bon.
  • L’offerta di coltivare terra può attrarre: o novelli aspiranti imprenditori/trici agricoli che lo possono già diventare adesso con le attuali agevolazioni, senza doversi caricare per questo di un terzo (terzo!) figlio. Oppure può attrarre persone talmente indigenti da vedere questo davvero come un “regalo” dello Stato e disposte ad arrivare al traguardo del terzo figlio pur di meritarselo. Ma davvero si vogliono spingere le politiche per la natalità in questo modo?

E infine. Le donne.
Lo ripeto. Le donne.
L’ho mica già detto? Le donne.


No, perché in questa ideona pare che i figli li porti la cicogna o, meglio, dato l’argomento, li si possa un bel giorno trovare sotto il cavolo. Quale strabismo porta a ignorare il fatto che la decisione di un terzo figlio vede la donna come protagonista?
Quindi, così, a mo’ di mantra, ripetiamo tutti insieme: “per decidere di fare un terzo figlio non basta desiderarlo, non serve a niente regalare la terra, ma c’è bisogno che le donne abbiano una condizione economica adeguata, un lavoro stabile e certo, una condivisione della cura e delle responsabilità, aiuti in casa, sostegno dei servizi”.

Per incidere meglio nel subconscio potete anche aiutarvi con un Ohhhmmmmmm ……