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Festeggiamo la Repubblica con la #Costituzionedelledonne!

di Giovanna Badalassi e Federica Gentile | 2 Giugno 2020

Giovanna Badalassi legge "La Costituzione delle donne" -Maratona di letture-

La lettrice di oggi è Giovanna Badalassi, che presenta il libro "La Costituzione delle donne" scritto da lei e da Federica Gentile.#restiamovicine Cooperativa sociale Mignanego Centro Antiviolenza Pandora Compagnia S.Paolo

Pubblicato da Biblioteca Margherita Ferro su Lunedì 1 giugno 2020

Grazie a UDI Cairoli e alla nostra amica Teresa Bruneri abbiamo preso coraggio e quest’anno la #Costituzionedelledonne ve la raccontiamo di persona personalmente!

Quest’anno è una Festa della Repubblica molto difficile e strana. Siamo reduci da una crisi pandemica drammatica che ancora non è passata del tutto, e ci sentiamo allo stesso tempo con la voglia di ricominciare e la paura di non riuscirci. Nell’interrogarci su quello che sarà, leggere la Costituzione, scritta in un momento certo ben più drammatico di questo, ma analogamente sospeso difficile, può allora aiutarci a comprendere meglio da dove ricominciare.

Il 2 giugno di 74 anni fa, dopo lo scempio del fascismo, dopo l’atrocità della seconda guerra mondiale, le italiane e gli italiani andarono a votare,

decidendo di riprendersi la propria umanità, scegliendo la Repubblica e le persone che avrebbero scritto la Costituzione.

Per noi donne, quella fu una giornata doppiamente storica: diventammo pienamente cittadine, con il diritto di eleggere e di essere elette, certo ancora in poche: 21 donne contro 535 uomini.

La costituzione che le nostre madri e padri costituenti scrissero è però 74 anni dopo, ancora più attuale che mai, capace di darci una direzione per il futuro, perché parla davvero di verità profonde che superano la storia e che ci riguardano tutte e tutti.

Soprattutto, a leggerla con una prospettiva diversa, la Costituzione parla anche di noi donne in ogni articolo, perché siamo ben presenti in ogni aspetto della società e dell’economia.

Anche di recente le donne, lo sappiamo sono state in prima linea nell’emergenza COVID19, negli ospedali, tra le dottoresse, le infermiere, le ricercatrici, tra le lavoratrici dei servizi essenziali, nelle famiglie, nell’insegnamento a distanza. Una presenza vistosa nella realtà, ma ignorata e quasi invisibile nei posti di potere nei quali verranno prese le decisioni che guideranno la ricostruzione.

Ritrovare le donne in ogni articolo della Costituzione diventa allora un esercizio per svelare e riconoscere la loro, la nostra, cittadinanza e diritto dovere di realizzare quegli ideali di libertà, uguaglianza e democrazia tracciati dalla Costituzione.

A cominciare dall’Articolo 1,

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. A leggerlo così parrebbe che chi non lavora non sia pienamente cittadino. In realtà non si parla di lavoro retribuito, ma di un lavoro generale che possiamo interpretare con il senso antico del termine, che in latino significa “fatica”. Allora sì, che anche tutte le donne sono cittadine della Repubblica. Lo sono certo i 9,7 milioni di donne occupate in Italia, ma lo sono anche quel 63,7% di donne over 15 che non lavorano, tra casalinghe, pensionate, studentesse ecc. L’Italia è quindi una repubblica democratica fondata anche sulla fatica dei 50 miliardi e 694 ore di lavoro domestico e di cura che le donne svolgono ogni anno nelle case.

L’articolo 2 parla del riconoscimento da parte della Repubblica dei diritti inviolabili dell’uomo in senso lato.

Anche noi donne abbiamo diritti inviolabili, che sono stati riconosciuti da tutte quelle leggi come quella sul divorzio, il femminicidio, il delitto d’onore ecc che hanno trovato il riconoscimento in questo articolo.

L’inviolabilità dei diritti anche delle donne può essere tale solo se si riconosce, come fa

l’articolo 3, che i tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso.

Un’uguaglianza che deve essere sia formale che sostanziale.

Su questi due principi di base si appoggiano poi tutti gli articoli della Costituzione, che possiamo rileggere attraverso le dimensioni della cura, della cultura, del lavoro e della partecipazione politica.

La cura di sé

è protetta dall’articolo 32, nel quale Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, e quindi anche della salute delle donne.

Alla cura della famiglia, nella quale le donne rimangono ancora oggi protagoniste,

sono dedicati l’articolo 29, per il quale la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, l’articolo 31, che protegge la maternità e l’infanzia, l’articolo 30, che ricorda alle madri e forse di più ai padri, il diritto-dovere di crescere i figli. La casa viene ricordata nell’inviolabilità del domicilio prevista all’articolo 14. Una casa che per alcune donne è un posto di lavoro, per altre “un regno” o al contrario una prigione di violenza dalla quale scappare, mentre per molti uomini è un posto di riposo e della proprietà.

La cura degli altri

la possiamo ritrovare nel diritto all’associazionismo, tutelato all’articolo 18, che riguarda 1,8 milioni di donne che fanno un volontariato, e nell’accoglienza a chi chiede asilo politico, all’Articolo 10, che include anche le 11.000 donne che lo chiedono ogni anno, in fuga troppo spesso ancora dalla violenza.

Nella dimensione della cultura e del sapere

la libertà dell’insegnamento, prevista dall’Articolo 33 riguarda un corpo docente composto da donne all’82%, in tutto 609.000 insegnanti, mentre l’Articolo 34 sul diritto allo studio premia il forte impegno scolastico delle donne, prime al mondo per iscrizioni all’università, e ottime studentesse. Una passione femminile per lo studio che poi non riesce ancora ad esprimersi nella vita culturale e scientifica, tutelata dall’articolo 9, che ancora oggi vede le donne affermarsi con troppe difficoltà nelle carriere culturali, scientifiche ed universitarie.

Diversi sono poi gli articoli dedicati al lavoro e alla dimensione economica dei cittadini e delle cittadine.

L’articolo 4 prevede un diritto-dovere di lavorare che molte, troppe donne non riescono ancora a realizzare pienamente, non solo rinunciando, ma anche emigrando grazie ad una libertà prevista dall’articolo 35. Per quelle che riescono a trovare e a mantenere un lavoro, l’articolo 36 riconosce a tutti il diritto ad una retribuzione proporzionata, quindi anche alle donne il cui lavoro, secondo l’articolo 37 ha gli stessi identici diritti di quello degli uomini e si deve combinare con una adeguata tutela della maternità.

Diritti del lavoro delle donne che possono essere tutelati anche dai sindacati, riconosciuti dall’articolo 39, nei quali sono impegnate anche circa un 40% di donne.

Il lavoro imprenditoriale, al quale è dedicato l’articolo 41, riconosce quindi anche le 51.000 imprenditrici e il milione e 337mila imprese femminili, così come l’articolo 45 riconosce il valore del lavoro anche delle 600.000 donne che lavorano nella cooperazione e le 333.000 che lavorano nell’artigianato.

Partecipando a pieno titolo alla vita economica del paese, anche se ancora in una posizione non completamente paritaria, anche le donne hanno diritto alla proprietà privata, riconosciuta dall’articolo 42, in quanto posseggono una propria ricchezza, ereditata o guadagnata, che rimane comunque sempre inferiore a quella degli  uomini per il 25%.

Le donne hanno poi anche gli stessi diritti previdenziali e assistenziali degli uomini, articolo 38, anche se hanno tuttora pensioni più basse e il 18% delle anziane non ha proprio una pensione, contro il 3% degli uomini anziani.

Nella dimensione della partecipazione pubblica

la libertà di parola, riconosciuta dall’articolo 21, appartiene anche alle donne, anche se non ancora pienamente espressa, basti pensare alle difficoltà delle giornaliste di scrivere sulle prime pagine dei giornali o delle esperte di parlare ai convegni.

La libertà di parola e l’esercizio della democrazia sono però indispensabili per ripudiare la guerra, all’articolo 11, nella quale le donne sono sempre vittime e mai artefici, e per le attività politiche ed istituzionali, a partire dalla libertà di associarsi in partiti (articolo 49), ai quali partecipano 122.000 donne.

L’elettorato attivo riconosciuto all’articolo 48 riguarda anche tutte le donne aventi diritto, circa metà della popolazione italiana, anche se poi in troppe non usano questo diritto: alle ultime europee hanno votato solo metà delle elettrici.

Il riconoscimento dell’elettorato passivo all’articolo 51 permette anche alle donne di essere elette e di accedere ai pubblici uffici e alle cariche elettive, anche grazie al secondo comma che impegna lo stato ad attivarsi in questo senso. Una presenza, quella delle donne nelle istituzioni, in continua crescita: oggi sono 9000 le donne in magistratura (della quale parla l’Articolo 106) e il milione e 600.000 donne nella pubblica amministrazione, prevista dall’articolo 97)

Oggi abbiamo così il 34% di donne sia elette in Parlamento sia nominate al Governo, anche se il fatto di non avere mai avuto un presidente del consiglio uomo, o un presidente della Repubblica (articolo 83) sono indicatori di quanto sia ancora lunga la strada per la piena parità.

Secondo il global gender gap report del 2020 l’Italia è infatti alla 70esima posizione al mondo su 149 paesi e ha raggiunto solo il xx% della piena parità con gli uomini.

La Costituzione, quindi, 74 anni dopo, è ancora bellissima e attuale,

perché molto è stato fatto da allora, anche in termini di parità, ma molto è ancora da fare e, soprattutto da ricostruire, al punto che in questo momento ci potrebbe scoraggiare, ponendoci degli obiettivi così alti e all’apparenza così lontani. Se però pare così a noi oggi, immaginiamo come deve essere sembrata 74 anni fa alle nostre madri e padri costituenti, tutti superstiti di una generazione traumatizzata dai lutti della guerra mondiale, dall’olocausto, le bombe nucleari, i milioni di morti, la distruzione di città e di anime. Come hanno potuto le madri e i padri costituenti trovare la speranza per immaginare un simile futuro di libertà e uguaglianza? Forse l’hanno trovata proprio perché

hanno visto il baratro della fine e hanno scelto invece l’inizio di tutto.

Ecco, questo è quindi il nostro augurio per la Festa della Repubblica di quest’anno. Che si ritorni a sperare di costruire ancora un nuovo inizio, tutte e tutti assieme.

In fondo, dipende solo da noi.

1 maggio 2019: Articolo 1: Ma l’Italia è una Repubblica fondata anche sul lavoro delle donne?”

2 maggio 2019 Articolo 2: “Quali sono i diritti inviolabili delle donne?”

3 maggio 2019 Articolo 3: “Anche le donne sono uguali di fronte alla legge?”

4 maggio 2019 Articolo 4: “Anche le donne hanno il diritto-dovere di lavorare?

5 maggio 2019 Articolo 9:  “La Repubblica promuove anche la cultura e la ricerca delle donne?”

6 maggio 2019 Articolo 10: “Il diritto di asilo delle donne straniere è diverso?”

7 maggio 2019 Articolo 11: “Che c’entrano le donne con la guerra?”

8 maggio 2019 Articolo 14: “L’inviolabilità del domicilio e la violenza contro le donne”.

9 maggio 2019 Articolo 18: “La libertà di associarsi delle donne”

10 maggio 2019 Articolo 21: “La libertà di parola delle donne”

11 maggio 2019 Articolo 29: “Il ruolo delle donne nel matrimonio e nella famiglia di oggi”

12 maggio 2019 Articolo 30: “Le donne e il diritto-dovere dei genitori di crescere i figli”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

13 maggio 2019 Articolo 31: “Quale famiglia deve promuovere la Repubblica? E quale maternità?”

14 maggio 2019 Articolo 32: “Il diritto di cura e di tutela della salute delle donne”

15 maggio 2019 Articolo 33: “Le insegnanti nella scuola e nell’Università”

16 maggio 2019 Articolo 34: “Il diritto allo studio delle donne è diverso?”

17 maggio 2019 Articolo 35: “La Repubblica tutela anche il lavoro delle donne?”

18 maggio 2019 Articolo 36: “La retribuzione delle donne basta per un’esistenza libera e dignitosa?”

19 maggio 2019 Articolo 37: “Nel lavoro le donne hanno gli stessi diritti e retribuzione degli uomini?”

20 maggio 2019 Articolo 38:”Le donne hanno gli stessi diritti previdenziali e assistenziali degli uomini?”

21 maggio 2019 Articolo 39: “Il ruolo delle donne nei sindacati”

22 maggio 2019 Articolo 41: “L’imprenditoria delle donne”

23 maggio 2019 Articolo 42: “La proprietà privata delle donne”

24 maggio 2019 Articolo 45: “Le donne nella cooperazione e nell’artigianato”

25 maggio 2019 Articolo 48: “Le donne elettrici”

26 maggio 2019 Articolo 49: “Le donne nei partiti”

27 maggio 2019 Articolo 51:”Le donne elette”

28 maggio 2019 Articolo 53: “Anche le donne pagano le tasse”

29 maggio 2019 Articolo 55:”Le donne in Parlamento”

30 maggio 2019 Articolo 92:”Le donne nel Governo”

30 maggio 2019 Articolo 83: “Avremo mai una Presidente della Repubblica?”