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Le coreane dicono di no al patriarcato

di Federica Gentile | 29 Gennaio 2023

Una donna si appoggia ad una balconata con sullo sfondo dei grattacieli.

Qualcuno, almeno in Corea del Sud, ha fatto la connessione : il bassissimo tasso di fertilità nel paese è colpa del patriarcato.

In Corea, secondo il New York Times, sono più le donne (65%) rispetto agli uomini (48%), a non volere fare figli, non solo, evitano anche di sposarsi e, di conseguenza, per tre anni di seguito, il paese ha registrato il tasso di fertilità più  basso del mondo.

Questo ha comportato cambiamenti notevoli: ci sono interi centri abitati che spariscono, ed i servizi per l’infanzia vengono convertiti in servizi per le persone anziane.

Mentre il presidente della Corea del Sud, se la prende – con grande acume – con il femminismo, che è colpevole di non promuovere sane relazioni tra i sessi, si sa che il problema è invece di sistema: si tratta di un problema sociale, economico e culturale.

Come affermato da una delle intervistate dal NY Times: “Lo sciopero delle nascite è la vendetta delle donne in una società che ci impone carichi impossibili da sopportare e che non ci rispetta”.

A fronte di diffusa discriminazione sul lavoro, del più grande divario di genere nei salari (31% contro la media OCSE di circa il 12%), eccessivo carico di lavoro domestico ed alti tassi di violenza contro le donne, le coreane si sono organizzate prima con il #MeToo, uno dei movimenti più di successo in Asia, e poi con gruppi come il 4B, che dice quattro “no”: no agli appuntamenti romantici, no al sesso, no al matrimonio, e no alla procreazione.

Le donne coreane hanno ottenuto successi come la decriminalizzazione dell’aborto, ma i contraccolpi ci sono stati: il presidente in carica ha abolito il Ministero per l’uguaglianza di genere, e le femministe sono accusate, off line e on line, di “odiare gli uomini” e di essere delle malate di mente.

Niente di nuovo sotto il sole, in Corea ed altrove. Se il crollo della fertilità è davvero un problema grave e prioritario per i paesi che ne soffrono, le soluzioni ci sono e vanno oltre al colpevolizzare le donne “che sono egoiste” e le femministe: si tratta di adottare politiche di sistema volte ad aumentare l’uguaglianza di genere.