×

Aumentano le single, ed è una buona notizia

di Federica Gentile | 13 Luglio 2023

Negli USA ormai il 25% delle persone di 40 anni non si sono mai sposate, il che è almeno in parte una buona notizia, come osserva Jill Flipovic. Questo dato significa che la pressione sociale per il matrimonio eterossesuale  non è  più così forte, che si hanno meno mogli incastrate in matrimoni infelici (naturalmente non tutte le single sono eterosessuali ); inoltre l’età media del matrimonio negli USA si è spostata in avanti: non è raro che ci siano donne che si sposano e fanno figli/e a 40 anni, con quindi anche una maggiore stabilità economica.

Questo fenomeno si sta verificando anche in Italia, dove il  33,2% delle persone vive da solo o da sola; una percentuale maggiore, per la prima volta, di quella delle coppie con figli che sono il 31,2% delle famiglie italiane. E per quanto riguarda le donne italiane, il 10% delle donne di 25-49 anni vive sola e senza figli e anche l’età al matrimonio si sta alzando: nel 2019 l’età media al matrimonio per le donne era di 32 anni (era di 8 anni in meno nel 1980). 

Se un numero maggiore di donne single o comunque di donne che si sposano più tardi è per certi versi un buon segno, ci sono anche lati negativi, siccome il non sposarsi o meglio il non essere in coppia non corrisponde necessariamente ad avere relazioni soddisfacenti; almeno le americane (e gli americani, in generale) tendono ad essere sempre più soli (44 milioni di persone negli USA  hanno dichiarato di sentirsi molto soli) ed in generale con un partner o una partner si hanno vantaggi che vanno da quelli economici (poter dividere le spese per casa, etc.) a quelli psicologici. Soprattutto per gli uomini, sposarsi si traduce in un tasso di mortalità inferiore del 46% rispetto a quelli degli uomini single – probabilmente anche perché le mogli, socializzate a prendersi cura delle persone, li spingono a prendersi più cura della propria salute. 

Anche se essere single non è necessariamente tutto rose e fiori (come essere sposate, peraltro) è vero che siamo di fronte a cambiamenti importanti, per cui  “stiamo vivendo l’invenzione della vita di donna adulta indipendente come una norma, non una aberrazione, e [stiamo vivendo] la creazione di una popolazione interamente nuova: donne adulte che non  dipendono dal punto di vista economico, sociale, sessuale o riproduttivo dagli uomini  e che non sono definite dall’uomo che sposano”.

Non è poco.

Immagine: Ion Fet su Unsplash